Giorno della Visibilità Trans: lettera aperta al Corriere
Spettabile/i Direttore e Vice Direttrice,
scriviamo questa lettera – associazioni lgbt e femministe, gruppi e collettivi per i diritti umani dell’intero territorio italiano – poiché siamo allarmatɜ dalla narrazione sulle persone transgender che, negli ultimi mesi, viene fatta sulla vostra testata.
Pur con le dovute differenze, negli ultimi mesi avete pubblicato articoli il cui lessico e presentazione delle notizie e/o delle posizioni riportate, hanno l’effetto, implicito o conclamato, di far apparire le persone transgender come non autentiche e come una minaccia per i diritti e l’incolumità delle donne.
Inoltre, la legge sull’autodeterminazione del genere, promossa attraverso la risoluzione 2048 dell’assemblea Parlamentare del Consiglio Europeo
viene presentata come un mezzo per abusatori e malintenzionati per aggirare le leggi ed ottenere vantaggi o di poter accedere ad ambienti protetti per compiere reati sessuali.
Particolarmente odioso è stato l’articolo della vostra giornalista, Monica Ricci Sargentini, la quale ha pubblicato un articolo consapevolmente transfobico proprio nella giornata mondiale del ricordo delle vittime di transfobia (TDoR) nel quale viene fatto uso di pochi casi – dubbi o addirittura artefatti – di molestie da parte di donne transgender verso donne cisgender (donne nate di sesso femminile e che si riconoscono nel genere assegnato alla nascita) e di studi totalmente privi di fondamento scientifico, per mostrarle come socialmente pericolose e per limitare il progresso nella conquista dei propri diritti.
In un secondo articolo, firmato da Luigi Ippolito, ma comparso precedentemente a firma della stessa Sargentini sulla sua pagina personale, le donne transgender vengono presentate come “finte donne”.
Non possiamo fare a meno di segnalare anche l’infelicità del titolo utilizzato, che va a ledere la battaglia per il diritto all’autodeterminazione delle persone transgender e avalla la cosiddetta “ideologia gender’’ la cui infondatezza è stata ampiamente denunciata da espertɜ, (esistono i Gender Studies, non una teoria/ideologia Gender).
Questo tipo di distorsione ha un nome: “hate speech” (discorso d’odio), pericoloso perché diventa terreno fertile per l’”hate crime’’ (crimini d’odio).
Come ha mostrato il criminologo Stanley Cohen nel suo libro “Folk, devils and moral panics”, un gruppo percepito come “deviante” dalla norma viene prima raccontato come un pericolo per la società e poi preso di mira a livello sociale. Nel caso delle persone trans in Italia notiamo che si va via via intensificando il discredito che viene gettato verso di loro: dapprima insinuando che queste persone non siano autentiche, nell’affermazione e nel vissuto della loro identità; poi lasciando pensare che le persone transgender siano un problema per le identità femminili; infine che siano pericolose per la collettività.
Questa escalation di insinuazioni contribuisce a creare nell’opinione pubblica il “panico morale” e produce e rinforza avversione per le persone transgender.
Vogliamo ricordare che nella Carta dei doveri del giornalista, tra le responsabilità del giornalista, è scritto:
“Il giornalista non può discriminare nessuno per la sua razza, religione, sesso, condizioni fisiche o mentali, opinioni politiche.”
E ancora, relativamente ai doveri verso i minori e i soggetti deboli:
“Il giornalista s’impegna ad usare il massimo rispetto nei confronti dei soggetti di cronaca che per ragioni sociali, economiche o culturali hanno minori strumenti di autotutela.”
Non ci sembra che questo, nei due articoli suddetti, sia stato minimamente rispettato.
È venuto anche il momento di sfatare l’idea che luoghi pubblici quali la piscina o il bagno siano luoghi dove si registra una prevalenza di assalti alle donne, ammesso che se ne registri alcuno.
Le statistiche ci mostrano che la violenza nei confronti delle donne avviene prevalentemente tra le mura domestiche e per mano di persone conosciute (partner, ex partner o altri parenti e familiari).
Ci mostrano anche che le donne trans sono spesso vittime di violenza piuttosto che autrici della stessa.
E in Italia abbiamo il triste primato europeo delle persone trans uccise.
Chiediamo dunque a giornaliste/i di non usare la narrativa svilente che amplifica e diffonde gli stereotipi sulle persone transgender e che si basa su distorsioni cognitive.
Le parole possono uccidere, ne sanno qualcosa le vittime di bullismo: chi riveste come Voi ruoli pubblici ha il dovere di vigilare sulle modalità di comunicazione e il linguaggio utilizzato, di promuovere una formazione del personale mirata ad una comunicazione rispettosa e veritiera, assegnare gli articoli sul tema dell’identità di genere a persone competenti (ne avete molte al Corriere) e promuovere una informazione scientifica e veritiera.
Vi chiediamo di accogliere le linee guida in via di stesura definitiva per una corretta comunicazione e narrazione delle soggettività transgender e, nella speranza di un confronto aperto, come conviene alla statura dei giornalisti che scrivono per il Vostro giornale, e in linea con i valori costituzionali che ispirano la convivenza reciproca delle nostre diversità, chiediamo di ospitare un dibattito nelle colonne del Corriere, cominciando dalla pubblicazione della presente lettera.
RingraziandoVi,
Collettivo intersexioni
Adesioni
Agedo Bologna
Arcigay Ferrara
Arcigay Palermo
Arcigay Pisa – Pinkriot
Arcigay Torino
Arcigay Trieste
Arcigay Varese
Arcigay Siena – Movimento Pansessuale
Associazione Universitaria LGBTQI+ Glauco (Pisa)
Asterisco LGBTQIPA+ (Parma)
Rete Genitori Rainbow
Omphalos LGBTI Perugia
Sunderam Identità Transgender Torino
Collettiva Queersquilie
Collettiva TFQ Figlie di Maria (Brindisi)
Collettivo AUTODETERMINIAMOCI Salerno
La Torre Storta – A Queer Festival
Associazione Human Gender Salerno
Pangender pansessuale gaynet Liguria
Gruppo TransFer Ferrara
Associazione Gendres Pluriels – Bruxelles
Collettivo Ombre Rosse (Roma)
Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute
Collettivo Zoccole Dure (Venezia)
NUDM – Tavolo Terra Corpi territori Spazi Urbani
NUDM Verona
NUDM Salerno
Collettivo Ri-Make Milano
Trans Media Watch Italia
Pasionaria – Pagina femminista
Abbatto i Muri – Pagina femminista
Sono l’unica mia – Progetto intersezionale femminista
Fuori Logo – Blog femminista e LGBT
Intersezioni e Decostruzioni – Pagina femminista
Festival delle donne e dei saperi di genere
Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica
Firenze Radicale – per gli Stati Uniti d’Europa
Circolo UAAR di Firenze
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Ottavia Voza – Segreteria nazionale Arcigay – politiche Trans
Carmine Ferrara – Responsabile macroarea Arcigay
Luna Liboni – Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili (CilD)
Chiara Reali – Psicologa, esperta in diversity management
Daria Accolla
Caterina Coppola
Debora Ricci – Professora dell’università di Lisbona
Paola Guazzo – Saggista e storica LGBT
Francesca Romana Recchia Luciani, Università di Bari