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Parlare di LGBTI* a scuola? “Utile, interessante, divertente!”

di Alice Troise

15 Febbraio 2016

PREMESSA

Nel 2014 una studentessa di un liceo fiorentino, mossa da una situazione dolorosa a cui voleva reagire in modo costruttivo, mi contattò per l’organizzazione di tre incontri sulle discriminazioni basate sulle diversità legate all’identità di genere e alle caratteristiche di sesso delle persone, da tenersi durante il Forum autogestito dalle studentesse e dagli studenti.
Con intersexioni, di cui sono cofondatrice,  rispondemmo positivamente alla richiesta scrivendo un progetto dettagliato e proponendo relatrici e relatori con relativo curriculum vitae.

Il Consiglio di Istituto bocciò la nostra proposta.

Alle domande di una giornalista de La Nazione che voleva capire le ragioni della decisione da parte del Consiglio di Istituto, la Dirigente Scolastica rispose:

«Ben venga un incontro sulla transfobia, a patto che in cattedra sieda una persona di comprovata esperienza come un esperto in campo medico o psicologico».

Ma la transfobia, come le altre forme di discriminazione legate all’orientamento sessuale e alle caratteristiche di sesso, non riguarda il campo medico o psicologico, riguarda il campo sociale e culturale. Le persone più adatte a parlarne sono quelle che hanno studiato il tema da un punto di vista antropologico, legislativo, sociologico e storico; le persone  che sono impegnate nella difesa dei diritti; ma soprattutto le persone che quelle discriminazioni le subiscono ogni giorno.

Un’altra obiezione sollevata dal Consiglio di Istituto fu che «il tema è delicato e va discusso in famiglia», come riportato nella lettera aperta del Coordinamento per l’autorganizzazione del (dopo)forum del Liceo Classico Galileo di Firenze ed in una interrogazione parlamentare di Nicchi, Giancarlo Giordano, Fratoianni, Costantino e Di Salvo.

Il tema è delicato, sì. Proprio per questo davvero si ritiene che tutte le famiglie siano adeguatamente informate per affrontarlo con competenza e serenità?

E inoltre: il personale scolastico è preparato per accogliere al meglio una studentessa o uno studente che ha un’identità di genere diversa da quella che è stata assegnata alla nascita o manifesta un’espressione di genere non normativa? E’ preparato ad affrontare un tema come quello di chi nasce con caratteristiche di sesso non facilmente categorizzabili come femminili e maschili, come nei casi di persone con tratti intersex/dsd?

Secondo la mia esperienza e quella di intersexioni, decisamente no.

E a chi obietta dicendo che si tratta di situazioni minoritarie, ricordo che ogni abbandono scolastico causato da una discriminazione subita a scuola è un grave fallimento dell’intero sistema scolastico ed una violazione del diritto allo studio. “Non uno di menoâ€, non una o un* di meno, deve essere il nostro obiettivo.

Lo Statuto delle studentesse e degli studenti recita nei suoi primissimi articoli: «La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca e di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona».

L’anno seguente gli incontri furono riproposti, ma nuovamente il Consiglio disse che non erano gradite persone esterne a relazionare sul tema.

La studentessa che ci aveva contattate* già l’anno prima, quindi, dovette gestire interamente da sola un’assemblea dal titolo “Omofobiaâ€.

Nel febbraio di quest’anno, anche grazie ad un cambio della Dirigente Scolastica, è stato finalmente possibile portare nella scuola il tema delle discriminazioni verso le persone LGBTI* tramite l’intervento di persone competenti che lavorano da numerosi anni su questi temi e sulla loro comunicazione nelle scuole.

 I NOSTRI INTERVENTI DURANTE IL FORUM 2016

Gli incontri si sono tenuti per tre giorni dalle 8.30 alle 12.00 e vi hanno partecipato tre gruppi di 20/30 studentesse e studenti del liceo. Hanno partecipato anche docenti col compito di sorveglianza.

Ogni appuntamento aveva come base le testimonianze dirette di persone LGBTI che hanno vissuto e vivono ogni giorno discriminazioni legate al genere, tra cui ragazze/i del Gruppo Giovani Glbti* Firenze e persone di Intersexioni.

Le testimonianze sono state accompagnate sempre da informazioni semplici ma precise sui termini e concetti utilizzati.

E’ stato dato grande spazio agli interventi dal pubblico e abbiamo posto molta attenzione nel creare un clima sereno dove ogni opinione ed ogni emozione potesse essere espressa.

Per far emergere i dubbi e le curiosità e per permettere a eventuali emozioni di disagio di manifestarsi, a metà di ogni incontro è stato richiesto a studentesse, studenti e docenti di scrivere su bigliettini domande o obiezioni anonime riguardo a quello che veniva detto.

Come in ogni incontro che abbiamo svolto fino ad oggi, anche questa volta le osservazioni e le domande sui bigliettini comunicavano empatia, sensibilità, profondità, attenzione. Spesso manifestavano anche conoscenza di molti termini (che leggono sul web, ascoltano in tv o utilizzano tra pari) e richieste di chiarimenti a riguardo.

In alcuni casi sono emersi anche dubbi riguardo alla propria identità sessuale (dubbi che, sia ben chiaro, esistevano già prima del nostro intervento e che proprio il nostro intervento ha contribuito a far manifestare ed in parte sciogliere) e richieste su come gestire situazioni personali (ad esempio la spesso presente «Come faccio a fare coming out?»).

In un’occasione abbiamo diviso la classe in base alla risposta alla domanda “A favore o contro il matrimonio egualitario?†ed abbiamo fatto confrontare le persone di ogni schieramento chiedendo che le opinioni venissero argomentate.

In un’altra occasione abbiamo avuto il contributo dell’avvocato Matteo Mammini, che ha parlato dei concetti di uguaglianza ed equità, richiamando la Costituzione Italiana e la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea.

Alla fine di ogni incontro abbiamo chiesto di scrivere un altro bigliettino anonimo con un commento sull’incontro, chiedendo esplicitamente di comunicarci tutto quello che poteva aver creato confusione o disagio.

Tornata a casa ho provato a suddividere i bigliettini in alcune grandi categorie per  mostrarli a chi non era presente per far capire quali sono le reazioni al lavoro di formazione che facciamo da anni.

I risultati sono quelli che vedete qui sotto.

La prima immagine riguarda commenti generali sull’incontro, tra cui:

«Utile, interessante, divertente»; «mi sento più arricchita interiormente e dal punto di vista umano».

«Reputo che i relatori siano stati veramente competenti ed esaustivi, riparteciperei volentieri.»

«E’ stato interessante ascoltare le varie esperienze e storie per poterne parlare insieme e sentirsi meno soli».

«Abbiamo potuto approfondire alcuni aspetti di questa realtà e anche situazioni a noi sconosciuto oppure veramente poco conosciute»

«Benché pensassi che il tema mi avrebbe potuto mettere in imbarazzo, in realtà mi è piaciuto molto e ho trovato questo forum ben organizzato. Inoltre ho potuto scoprire cose nuove.»

«La “lezione†è stata molto interessante e soprattutto condotta alla grande. Non è stato per niente noioso anzi molto istruttivo. Grazie! 🙂 »

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Altre studentesse e studenti hanno esplicitato l’importanza delle testimonianze.

«Credo che sia stato molto utile incontrare direttamente persone coinvolte», «che raccontano la propria storia e si aprono con noi parlandoci di cosa hanno provato»; «un’occasione speciale sentire dal vivo raccontare esperienze personali»; «mi è piaciuto ascoltare la loro storia ed essermi resa conto delle difficoltà che hanno dovuto sopportare».

«Mi è piaciuto molto e vi ringrazio»

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Questi i commenti relativi alla parte dedicata al tema delle differenze dello sviluppo sessuale con la preziosa testimonianza di Alessandro:

«Non ero a conoscenza dell’intersex e la storia di Alessandro mi ha colpita e arricchita molto».

«Molte cose dette da Alessandro erano particolarmente nuove per me».

«Sono contenta di aver ampliato la mia cultura».

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Non sono mancate persone che sono rimaste convinte che noi portavamo «idee diverse», ma proprio per questo fa particolarmente piacere leggere che non si sono sentite escluse, e che, anzi, hanno trovato arricchente il confronto:

«L‘incontro è stato molto interessante e bello perché ho potuto ascoltare idee diverse dalle mie e anche se con alcune non mi trovavo d’accordo è stato istruttivo avere un dibattito con persone che hanno una opinione diversa».

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E come potete vedere in altri bigliettini i/le partecipanti ci incoraggiano a continuare a portare questi temi nelle scuole.

«Secondo me fate un ottimo lavoro. E’ fondamentale introdurre una visione del mondo nuova nelle scuole e far capire che essere diversi non è qualcosa di sbagliato».

«Questi incontri sono importantissimi per noi ragazzi e ci sarebbe bisogno di organizzarli non solo per un piccolo gruppo di ragazzi ma per tutta la scuola».

«Mi sono accorta di non sapere molte cose e per questo vi ringrazio molto. Penso che sia molto utile diffondere queste notizie come fate voi e ammiro tanto il vostro coraggio».

«Spero che possiate andare avanti a lungo con questo progetto».

Lo speriamo decisamente anche noi, almeno fino a quando non ce ne sarà più bisogno.

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About The Author

Alice

Laureata in Matematica e successivamente in Scienze Statistiche con lode con tesi in demografia, si è infine abilitata all'insegnamento nelle scuole superiori. Attualmente è docente di matematica presso scuole superiori e università. Da anni lavora anche come progettista ed educatrice per prevenire e contrastare le discriminazioni, in particolare quelle di genere e affettive, collaborando con numerose associazioni. Si è occupata di social marketing e video-making sia per privati che per associazioni e gruppi di volontariato. Nel 2011 ha fondato il Gruppo Giovani Glbti* di Firenze che ha co-coordinato per 5 anni organizzando centinaia di incontri e partecipando a progetti europei. Nel 2013 ha co-fondato il collettivo Intersexioni, all'interno del quale si occupa soprattutto di educazione e formazione.

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