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Politiche pubbliche per le persone intersex

Exhortan a elaborar polĂ­ticas pĂşblicas para personas intersexuales

traduzione di Roberta Granelli e Eleonora Garosi per intersexioni

Durante la Conferenza “Inter visibilità, visibilità intersex”, svoltasi recentemente a Città del Messico, attivisti, accademici e difensori dei diritti umani hanno chiesto l’inclusione delle persone intersex nelle agende politiche dei diritti umani, così come l’eliminazione degli interventi chirurgici durante l’infanzia.

“La gente crede che sia terribile nascere con due sessi”, opinione che risponde a una visione medicalizzata, il cui obiettivo è quello di “normalizzare” i corpi delle persone e non rispondere alle realtà, afferma Mauro Cabral, direttore di Global Action for Transgender People, durante il suo intervento alla Conferenza “Inter visibilità, visibilità intersex”.

Nel corso dell’evento celebrato presso la Commissione dei Diritti Umani di Cittá el Messico (CDHDF), l’attivista argentino ha affermato che il trattamento medico con il quale si interviene sulle persone intersessuali mutila e risponde più alla necessità di protezione delle altre persone che non vogliono incontrare qualcuno diverso che non al bisogno di risolvere la situazione della persona che, per questioni genetiche, porta nel proprio corpo sia i caratteri sessuali femminili che quelli maschili.

Sempre secondo Mauro Cabral, che oltre ad essere attivista è anche storico, una grande urgenza per le persone intersex è quella di essere contemplate come soggetti di diritti umani; tuttavia per tale agenda sembra sia difficile capire il problema, nonostante via siano ormai documenti come i Principi di Yogyakarta il cui articolo 18 stabilisce che le persone non devono essere sottoposte ad abusi medici.

Di conseguenza, afferma Cabral, un passo in avanti sarebbe quello di riconoscere che le operazioni chirurgiche realizzate sui bambini intersex per farli crescere come bambino o bambina e definire la loro atipicità di sesso, in realtà sono una misura per imporre un’identità di genere, in quasi tutte le situazioni, senza il consenso dei bambini stessi e con ripercussioni sulla loro vita adulta, dal momento che tutte queste pratiche si realizzano prima che la persona possa sviluppare la propria identità di genere.

“La garanzia del diritto umano all’integrità del proprio corpo è fondamentale per fare passi avanti nel campo dei diritti umani poichè in molti casi, di fronte a soggetti intersex, ci si sofferma a discutere sulla loro legittimitá o meno come persone”, afferma Cabral.

L’attivista messicana per i diritti delle persone intersex Laura Inter ha affermato che la società deve ancora prender coscienza del fatto che l’intersessualità è qualcosa di naturale, è un riflesso del fatto che la diversità è naturale e quindi non è né una deformità né una malattia.

Laura Inter richiede che non si realizzino interventi chirurgici irreversibili durante l’infanzia e che si dia invece l’opportunità alle persone di scegliere la loro identità nella fase adulta della loro vita.

Punti ancora da realizzare

Orfe Castillo, coordinatrice di Compromesso con la Società Civile e Incidenza nelle Politiche Pubbliche dell’organismo autonomo della capitale (CDHDF) indica che non ci sono strumenti legali nazionali e internazionali in materia, per cui è necessario tracciare un’agenda di politiche pubbliche con un’enfasi specifica sulla salvaguardia dei diritti dei bambini, bambine e adolescenti.

Aggiunge che, sfortunatamente, nella nuova Legge Generale dei Diritti dei Bambini, Bambine e Adolescenti è rimasta esclusa la garanzia dei diritti delle bambine e dei bambini intersex per questo motivo la Commissione dei Diritti Umani di Cittá del Messico (CDHDF) richiederà al Comitato dei Diritti del Bambino dell’ONU di includere il tema nella revisione che si realizzerà nel 2015 rispetto alla situazione dell’infanzia in Messico.

Inoltre, assicura Castillo, la Commissione lavorerĂ  per la creazione di politiche che pongano fine alle violenze contro le persone in questa condizione.

Eva Alcántara, ricercatrice dell’Università Autonoma Metropolitana di Xochimilco, ha esortato la Commissione affiché includa le persone intersex nell’elaborazione di piani e strategie per la realizzazione di un’agenda in materia che possa essere d’aiuto nella risoluzione delle difficoltà, che generi politiche di integrazione, e produca informazione che aiuti a ridurre il ritardo nella conoscenza sul tema, poiché dare visibilità non significa esibire.

Secondo la dottoressa in Scienze Sociali, è urgente modificare i protocolli di attenzione, assicurare l’autonomia decisionale delle persone intersex e creare le condizioni per il monitoraggio dei protocolli istituzionali.

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