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Risposta congiunta alla Congregazione per l’educazione Cattolica

Abbiamo tradotto in Italiano la Dichiarazione congiunta delle organizzazioni intersex internazionali

scritta in risposta al documento della Congregazione per l’educazione Cattolica dal (molto discutibile ma significativo) titolo: «Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione».

A questo link trovate la risposta delle organizzazioni intersex in originale (inglese), e anche in italiano e spagnolo.

Qui il format (in inglese) con le indicazioni per sottoscriverla, che abbiamo tradotto di seguito:

Ci sono 4 opzioni di firma*:

1) per organizzazioni intersex con firma in rappresentanza dell’organizzazione
2) per organizzazioni alleate con firma in rappresentanza dell’organizzazione
3) per persone intersex (con affiliazione opzionale)
e 4) per persone endosex (cioè non intersex) alleate (con affiliazione opzionale)

 

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Grazie ad Ino Kehrer per la traduzione del documento e la rapidità nel farla,

e grazie a Manuela Falzone e Michela Balocchi per la cura nella revisione ed editing

 

 

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Dichiarazione congiunta su «Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione» della Congregazione per l’educazione Cattolica.

Noi, reti, organizzazioni e attivistɜ intersex e alleatɜ, esprimiamo la nostra forte preoccupazione sulla posizione adottata dalla Congregazione per l’educazione Cattolica in relazione alle persone nate con variazioni delle caratteristiche di sesso. La dichiarazione ci tratta come realmente esistenti solo se innominatɜ e patologizzatɜ in quanto soggetti sottoposti ad interventi medici forzati e coercitivi. Questo provocherà forti disagi a molte persone intersex e alle loro famiglie. Noi rifiutiamo queste posizioni a causa dei danni intrinseci che possono causare alle persone intersex.

Le persone intersex vengono nominate da Gesù in Matteo 19:12, e da Agostino nella Città di Dio 16:8. Per più di un millennio il diritto canonico della Chiesa Cattolica ha riconosciuto l’esistenza e il valore giuridico delle persone intersex: come “ermafroditi” che devono essere considerati femmine o maschi in base alle loro caratteristiche dominanti, ai fini del matrimonio o dell’ordinazione sacerdotale. [1]

A noi sembra che l’eliminazione di tale linguaggio in tempi recenti abbia comportato anche la cancellazione della memoria istituzionale. Questa dannosa cancellazione è aggravata, in questa dichiarazione, dalla separazione dell’utilizzo del moderno termine intersex (par. 25), dalla descrizione dei nostri corpi (par. 24). È dolorosamente evidente che gli autori di questo documento non considerano né si sono consultate con le molte persone intersex nel mondo, che appartengono alla religione cattolica.

Le persone intersex sono quelle persone nate con variazioni delle caratteristiche del sesso. Siamo profondamente preoccupatɜ per la riproduzione di un linguaggio patologizzante in relazione ai nostri corpi, e per la riaffermazione dell’autorità medica su di essi.

In tutto il mondo, le persone intersex affrontano gravi violazioni dei loro diritti umani, inclusi interventi medici non necessari per “normalizzare”, e il relativo occultamento di tali pratiche agli individui stessi e alla società.

Le conseguenze di tali interventi includono: insensibilità, sterilizzazione, dolori cronici, osteoporosi e depressione.[2] Questi interventi sono stati riconosciuti dalle organizzazioni intersex e dalle istituzioni per i diritti umani come paragonabili a forme di tortura e maltrattamenti all’interno delle strutture mediche.[3]

La scienza medica non dovrebbe essere usata per “costruire identità individuali” sulla base di stereotipi di genere superati, perché questo comporta grave danno: dovrebbe invece essere usata, laddove necessario, per affermare decisioni personali degli individui.

La scienza medica non esiste al di fuori della società, e non detiene competenze esclusive relative alle esperienze delle persone intersex, queste le detengono le persone intersex stesse. I professionisti del settore medico, nei decenni passati, hanno avuto una relazione violenta e clinicamente infondata con i corpi intersex. L’idea che interventi medici forzati e coercitivi siano necessari per costruire identità sane non è mai stata provata scientificamente.

La sofferenza delle persone che secondo la dichiarazione “devono vivere situazioni di indeterminatezza sessuale” (pa.a 24) è principalmente dovuta allo stigma sociale, agli interventi medici forzati e coercitivi, e anche all’approccio del trattamento pastorale che ci separa, dall’autodeterminazione di noi stessi,  così come dai nostri pari e dalla nostra comunità. 

I principi di Yogyakarta Plus Ten hanno definito le caratteristiche di sesso come “tratti fisici di ogni individuo legati al sesso, inclusi i genitali e altre anatomie sessuali o riproduttive, cromosomi, ormoni, e caratteristiche fisiche secondarie che si sviluppano durante la pubertà”, affermando che le “caratteristiche del sesso” devono essere considerate come motivo specifico di protezione da violazioni dei diritti umani.[4]

RICHIESTE

Invitiamo la Congregazione in particolare e la Chiesa Cattolica in generale a cambiare la propria posizione in relazione alle variazioni nelle caratteristiche di sesso; di difendere e promuovere l’autonomia e l’integrità fisica delle persone intersex.

Chiediamo un dialogo che riconosca la nostra esistenza, che affermi il nostro diritto ad autodeterminare cosa succede ai nostri corpi, il nostro diritto di sapere la verità sui nostri trattamenti medici, e che la stigmatizzazione e le violazioni dei diritti umani finiscano.

[1] Decretum Gratiani, C. 4, q. 2 et 3, c. 3; Huguccio, C. 27, q. 1, c.23; Freisen. 1963. Geschichte des kanonischen Eherechts, pp.343-345; vedi anche diritto civile derivato come il Codice Prussiano articoli 19-22.

[2] Vedi per esempio, Office of the High Commissioner for Human Rights, 2015, Free & Equal Campaign Fact Sheet: Intersex. https://unfe.org/system/unfe-65-Intersex_Factsheet_ENGLISH.pdf

[3] Special Rapporteur on torture and other cruel, inhuman or degrading treatment or punishment. 2013. ‘Report of the Special Rapporteur on Torture and Other Cruel, Inhuman or Degrading Treatment or Punishment’. A.HRC.22.53.

[4] Yogyakarta Principles. 2017. The Yogyakarta Principles Plus 10: Additional Principles and State Obligations on the Application of International Human Rights Law in Relation to Sexual Orientation, Gender Identity, Gender Expression and Sex Characteristics, to Complement the Yogyakarta Principles. http://www.yogyakartaprinciples.org/principles-en/yp10/

 

* Manca purtroppo l’opzione di firma per le organizzazioni miste nell’alveo dei diritti umani intersex, formate da persone intersex ed endosex insieme, che, per esempio, al momento in Italia sono le uniche presenti e attive.

Per informazioni sulle organizzazioni che si occupano di diritti intersex nel mondo invitiamo a visitare la mappa globale del progetto INTERSEXIONS ideata e curata da Michela Balocchi.

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