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Tony Briffa sui “disturbi dello sviluppo sessuale”

Tony Briffa sui “disturbi dello sviluppo sessuale” su OII Australia, 

Traduzione di Elena Gallina 

Desidero da tempo offrire il mio punto di vista sulla questione dell’uso dell’espressione “disturbi dello sviluppo sessuale”, perciò eccolo qua. Riconosco che la questione sia molto contesa in parte della nostra comunità all’estero e credo sia ora di farne un discorso aperto, franco e rispettoso.

Capisco che alcune persone non accettino il loro essere nate diverse dalle aspettative sociali di cosa sia maschio e cosa femmina (in particolare negli anni formativi), e che queste persone possano considerarsi affette da una condizione medica. Mi trovavo nella stessa posizione, da giovane. Avrei dato qualunque cosa per essere “normale”, e ho quasi acconsentito a sottopormi a operazioni chirurgiche allora, che so che oggi avrei rimpianto.

Sono cresciut* convint* di essere un* freak, indegn* di avere relazioni ecc. perché non ero una ragazza/donna in piena regola e non potevo avere figli. I dottori mi trattavano come un* freak. Fin dal mio primo incontro con un gruppo di supporto di altre persone intersex nel 1989, ho incontrato molti altri come me e ho imparato ad accettare la mia naturale variazione biologica. Non mi considero, né considero gli altri intersex, come persone affette da un “disturbo” o in qualche altro modo “difettose”. Certo, abbiamo qualche problema medico, ma molte altre persone devono fare i conti con l’infertilità, le terapie ormonali sostitutive, l’osteoporosi ecc.

Il mio desiderio per le future generazioni di giovani intersex è che possano crescere senza lo stigma e la vergogna che molti di noi hanno provato. Voglio che abbiano dei modelli intersex, che sappiano  di non essere difettosi. Voglio che sia loro garantito il diritto di fare scelte autonome per quanto concerne i loro corpi e che abbiano relazioni meravigliose in tutto l’arco della loro vita.

È per questo che, personalmente, mi oppongo all’uso di “DSD“. Questa terminologia trasforma le variazioni intersex in malattie che richiedono un intervento medico, e parlare di “disturbi” assegna implicitamente alla professione medica il ruolo degli esperti, al di sopra delle persone intersex.

Stiamo portando avanti collettivamente una campagna per i diritti umani volta a dare alle persone intersex pieni diritti su quanto riguarda i loro corpi e le loro vite. Dobbiamo mantenere il controllo della discussione e sederci al banco degli esperti per quanto riguarda i nostri problemi e diritti. I medici hanno ricoperto questo ruolo, parlato per noi e preso ogni decisione al nostro posto per molti anni ormai, e abbiamo visto com’è andata. Come movimento in crescita dobbiamo prendere il controllo del dibattito sull’intersessualità e non cedere al desiderio di molti nella comunità medica che vorrebbero continuare a considerarci “disturbi”. Queste sono le stesse persone che un tempo ci chiamavano “anormalità”, “difetti” ed “errori”. Sono felice che si siano abbandonati quei termini, ma dobbiamo continuare, come comunità e come movimento, ad asserire la nostra identità e i nostri diritti.

È molto difficile opporsi allo stigma, alla vergogna e agli interventi medici inappropriati come le operazioni irreversibili e non consensuali, se ci stigmatizziamo da soli riferendoci a noi stessi (e l’uno all’altro) come persone con un “disturbo dello sviluppo sessuale”.

Se adottiamo questa terminologia abbiamo perso la battaglia prima ancora di cominciare. Credo non sia nemmeno rispettosa. Non voglio essere considerat* da nessuno come persona con un DSD, così come non considero nessun’altra persona intersex come affetta da un disturbo.

Aspetto di poter sentire le opinioni di altre persone intersex su questa questione.

Tony Briffa Oct 2012

Tony Briffa è vicepresidente di OII Australia e vicepresidente di AISSGA.

Versione originale qui: Tony Briffa writes on “Disorders of Sex Development”

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Traduttrice freelance inglese-italiano e italiano inglese, fresca ed entusiasta emigrata a Berlino, apprendista della lingua tedesca. Traduce, nerdeggia,si guarda dentro e intorno a tempo perso.

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